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Giuseppe Vidoni
Il nucleo originario dell’esposizione museale è costituito dalla collezione dello psicologo Giuseppe Vidoni, nato a San Daniele e vissuto a lungo a Genova, dove esercitò la professione di docente universitario, ricoprendo anche incarichi istituzionali. I beni giunsero in Friuli verso la fine del Novecento, alla morte del figlio Giacomo, a cui dobbiamo il lascito: si tratta di opere di artisti prevalentemente liguri, ma anche di mobili pregiati, di suppellettili di differente natura e cronologia e di documenti epistolari. Tra i dipinti esposti si segnalano il Riposo durante la fuga in Egitto, opera cinquecentesca di un seguace di Federico Barocci, la Madonna con Bambino, Giovannino e i putti e una grande Scena biblica, sempre di ambito ligure. Più tardi risultano alcuni ritratti dei coniugi Vidoni su tela, in marmo ed in bronzo. Per il carattere composito della collezione si è ritenuto di esporre i pezzi ricreandone la disposizione in via ipotetica nell’abitazione della famiglia Vidoni, con lo scopo di calare il visitatore nell’ambiente domestico dell’illustre medico e docente. Le opere d’arte sono state raggruppate per tecnica o per periodo storico-artistico.
Erasmo Contardo
Nel corso del tempo, il patrimonio museale sandanielese venne gradualmente rimpinguato grazie ad ulteriori donazioni, a cominciare da quella del maestro fonditore Erasmo Contardo (1912-1989), conosciuto anche come Erasmo da Villanova, che lavorò presso la Zecca della Repubblica Francese insieme al famoso medaglista Albert de Jaeger per cinque lustri, dal 1948 al 1973. Rientrato in Friuli, Contardo si dedicò alla realizzazione di cofanetti riproducenti scorci di alcune località regionali, oltre a medaglie commemorative di personaggi ed eventi. La donazione comprende 18 cofanetti, 84 medaglie italiane e 45 medaglie francesi; per l’esposizione si è deciso di puntare su autori friulani o soggetti riguardanti la nostra regione. Va ricordato che il maestro curò anche la produzione di opere plastiche progettate da artisti come Ceschia, Monassi, Driutti, Pascolo e Gortan.
Giacinto Gattoli
Nuovo impulso alle collezioni museali derivò dal lascito di Giacinto Gattoli (1872-1947), pittore veneziano che per lavoro visse a lungo a San Daniele, ritraendo scorci di paesaggio permeati di “un’interpretazione densa e varia della sua fede”, secondo il critico d’arte Mario Domenico Storari. Tra i pezzi degni di nota della donazione Gattoli, entrata a far parte del patrimonio del Comune grazie alla generosità delle figlie Gisella e Vilma, figura il ritratto dipinto da Angelika Kauffmann, artista di origini svizzere della fine del XVIII secolo.