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Il Museo del Territorio di San Daniele del Friuli gode di una significativa consistenza patrimoniale che, grazie alla notevole quantità ed eterogeneità dei materiali conservati, consente di definire in modo articolato l’evoluzione storica e artistica della cittadina e dell’area collinare.
La struttura, strettamente connessa con il territorio, si occupa di divulgare la memoria storico-archeologica di buona parte dell’anfiteatro morenico attraverso la raccolta, l’esposizione e lo studio dei reperti provenienti dal nucleo urbano e dalle zone limitrofe.
Dopo l’istituzione formale del “Museo Civico Comunale” nel 1978, il primo nucleo della collezione archeologica venne esposto al pubblico nel 1980 nei locali del palazzo Masetti de Concina, nel centro storico di San Daniele del Friuli, a due passi dal parco del Castello, dove rimase fino al 1994.
Successivamente i materiali vennero trasferiti nei locali dell’ex Convento domenicano seicentesco in via Udine, divenuto, dalla fine dell’Ottocento, Ospedale di San Antonio. Dopo il cambiamento di sede, le collezioni ritornarono ad essere fruibili al pubblico nel 2004, anno di riapertura del Museo del Territorio.
L’esposizione ora visibile si articola in tre sezioni: quella archeologica, quella dell’arte sacra, con opere provenienti da luoghi di culto della zona, e quella dei lasciti donati da illustri cittadini.
A tale proposito, il primo nucleo museale può essere considerato a pieno titolo proprio il lascito delle collezioni del professor Giuseppe Vidoni, insigne psicologo sandanielese attivo a Genova, da parte del figlio Giacomo, che intorno alla metà del secolo scorso stabilì di donare alla comunità di San Daniele il vasto patrimonio artistico per la costituzione del museo cittadino.
Il pianterreno
Al piano terra, ampi spazi sono destinati all’etnografia, con particolare attenzione alle attività agricole e artigianali che hanno caratterizzato questo territorio, rendendolo unico.
Il patrimonio etnografico del Museo del Territorio comprende una varietà di oggetti del secolo scorso, spaziando dalla confezione degli stafèts alla stagionatura dei prosciutti, dalla produzione dei vini alla sericoltura in un susseguirsi di attività che hanno caratterizzato l’economia locale.
La sezione vede ad oggi dei piccoli scorci dedicati alla lavorazione delle cosce del maiale e alla realizzazione delle scarpette friulane, in attesa di spazi e allestimenti adeguati.
Il corridoio
Sempre al pianterreno, lungo il corridoio, è esposta la serie dei Beati e dei Santi dell’Ordine dei Domenicani della Congregazione del b. Giacomo Salomonio, che occuparono il santuario della Madonna di Strada tra il 1678 e il 1770.
Le opere vennero realizzate dal pittore sandanielese Giuseppe Buzzi sulla base dell’iconografia ufficiale; sono raffigurati i ritratti di Vincenzo Ferreri, Giuliana Falconeri, Raimondo di Penyafort, Gundisalvo (d’Amarante), Colomba da Rieti, Antonino da Firenze, Giovanni Coloniense (Colonia), Tommaso d’Aquino, Antonio (Neyrot-Neirotti), Lucia da Narni, Ambrogio Sansedonio, Nicolò Boccasini (poi Papa Benedetto XI), Pierfrancesco Orsini (secondo pontefice dell’Ordine), del beato Giovanni Andrea Carga, martire locale, e di Luigi Gonzaga.
Il secondo piano
Il secondo piano, raggiungibile anche con ascensore, ospita sezioni museali ed una grande sala adibita a conferenze, convegni e mostre temporanee. Il percorso espositivo inizia con la Sezione ebraica per svilupparsi attraverso la vasta area dedicata ai Lasciti. Un lungo corridoio, dove trova posto la Sezione di Arte sacra, conduce alla Sezione medievale e alla Sezione Archeologia, recentemente riallestita.